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Giosuè Carducci dipinto da Ligama

6 Settembre 2023

Giosuè Carducci nasce a Val di Castello, nella Versilia, nel 1835. Il padre, Michele, un liberale già carbonaro, era medico condotto. Vari i trasferimenti della famiglia dovuti al lavoro di medico del padre. Carducci andò poi a Firenze e a Pisa, dove si laureò nel 1856. Nel 1857 ottiene la cattedra nel ginnasio di San Miniato. Nell’anno scolastico trascorso a San Miniato pubblica la sua prima raccolta di poesie con il titolo di Rime. Alle vicende che accompagnarono l’anno trascorso a San Miniato Carducci dedica una delle più belle prose della letteratura italiana dal titolo “Le risorse di San Miniato al Tedesco e la prima edizione delle mie rime”. Nel 1859 sposò la parente Elvira Menicucci, da cui ebbe quattro figli: Bice, Laura, Libertà (Titti) e Dante. Del 1860 il ministro Mamiani lo nomina Professore di Letteratura Italiana all’università di Bologna, cattedra che tenne fino al 1903. Senatore nel 1890, Socio dell’Accademia dei Lincei nel 1897, ebbe nel 1906 il più alto riconoscimento internazionale con l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura. Riunì la propria produzione letteraria comprendendola tra il 1850 e il 1900, e le ordinò così: Juvenilia (1850-60); Levia Gravia (1

Giosuè Carducci dipinto da Ligama. Clicca sulla foto per l’animazione con l’AI, un progetto a cura delle classi 2B 3B 3C 2C 2D dell’Istituto Sacchetti di San Miniato (a.s. 2023/2024)

861-71); A SatanaGiambi ed epodi (1867-79); IntermezzoRime nuove (1861-87); Odi barbareRime e ritmiDella Canzone di Legnano” parte I. Muore a Bologna nel 1907.

Ligama, siciliano. Classe 1986 ha studiato a Catania dove è iniziata la sua carriera artistica. Studente dell’Accademia di Belle Arti, diventa presto Assistente alla Cattedra di Incisione che lascia nel 2015 per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dopo anni di ricerca sulle tecniche di stampa, prosegue nel suo percorso artistico indagando i pixel quali elementi che compongono l’immagine virtuale. Ne dipinge i meccanismi di composizione e dissoluzione e in quello stesso anno debutta con la sua prima personale 8Bit prima a Bologna e poi a Dignano (Croazia).
Nella sua indagine i pixel sono gli atomi di una nuova materia telematica e inconsistente, sono i pigmenti di una pittura divisionista, sono le celle che accolgono le frequenze suono-colore da lui analizzate e convertite attraverso un processo di co-creazione con un algoritmo d’intelligenza artificiale. La sua pittura si sviluppa in studio e nello spazio; nel 2016 realizza le prime opere pubbliche tra Catania, Palermo e Roma.
Prende parte all’Emergence Festival, all’Amt Project a Catania, compie un’opera permanente all’interno del Palazzo della Cultura di Catania e tre pale d’altare nella Chiesa del Crocifisso nella sua Caltagirone. Prosegue negli anni successivi con interventi di grande scala come quelli al Palacongressi di Agrigento, all’interno dei Sette cortili di Farm Cultural Park, sull’intera superficie di un imponente ecomostro sequestrato alla mafia in provincia di Trapani. Nel 2019 prende parte ad Abstracta (Palazzo Trigona Noto, Galleria Edieuropa Roma), mostra che riunisce i più importanti Street Artist del panorama italiano; Fondazione Matera Capitale della Cultura Europea gli commissiona un’opera pubblica in città ed è tra gli artisti di Countless Cities, La Biennale delle Città curata da Farm Cultural Park. Nello stesso anno è invitato dall’Istituto Italiano di Cultura a Mosca per Artika Festival e dal Macro (Museo Arte Contemporanea Roma) per una residenza nel progetto Macro Asilo. Nel 2020 è nella line up di Festiwall per Bitume Platform a Ragusa e nel 2021 chiamato dalla Fondazione Capitale della Cultura per realizzare un intervento a Parma. Il suo lavoro più conosciuto è UL che lo vede manipolare il paesaggio rurale siciliano trasferendo nuove informazioni sui ruderi: registrazioni audio rielaborate in colori che lo costringono ad accostamenti inediti secondo la palette fornita dall’algoritmo. I pixel diventano mobili e macro e i colori vengono messi in equilibrio con il territorio che gli appartiene e che riscatta davanti agli occhi del viaggiatore costringendolo a fermarsi e guardare. Questo lavoro è una sorta di meditazione artistica per Ligama che dopo essere arrivato all’essenza dell’immagine virtuale, riparte dalle basi della nostra cultura figurativa. Dal 2019 i colori convivono con reperti d’arte classica e con piante che, come i ruderi, compaiono all’improvviso. Questo nuovo momento inizia con il progetto Noblesse Oblige e si declina in Sikanie e caratterizza la sua attuale produzione sia privata che pubblica, in Italia e all’estero.

Sito ufficiale di Ligama