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Il Palazzo Comunale

12 Novembre 2020

Esterno

L’edificio, costruito in muratura tradizionale con mattoni e pietra, presenta una facciata realizzata in stile rinascimentale, organizzata in tre settori simmetrici con paraste, zoccolatura di base e superficie in finto bugnato fino al davanzale del primo piano. Le finestre hanno mostre e trabeazioni in pietra, l’ingresso è sormontato da un balcone in pietra con ringhiera in ferro.
Nella facciata, con partiture dipinte, è inserito un busto di Augusto Conti, insigne filosofo e pedagogista sanminiatese (San Miniato, 06.12.1822 – Firenze, 06.03.1905).


Interno

Le sale del piano terra e del secondo piano sono occupate interamente dagli uffici dell’Amministrazione Comunale, mentre il primo piano è il piano “nobile” dell’edificio, ove hanno sede gli Organi Istituzionali (Sindaco, Consiglio, Giunta) nonché le sale di maggior pregio storico e artistico del Palazzo.
Al piano terra è possibile visitare l’Oratorio del Loretino, importante luogo di culto quando, a partire dal 1399, custodì la venerata immagine del SS. Crocifisso che nel 1718 fu trasferita nel santuario ad essa dedicato. Al suo posto venne collocata la Madonna di Loreto da cui deriva il nome odierno dell´Oratorio. Un ciclo di affreschi del XV secolo decora le pareti mentre un sontuoso tabernacolo ligneo del 1529 occupa la parete di fondo.  Nella sacrestia è allestita una parte della Raccolta Archeologica con reperti di epoca etrusca e romana e materiali provenienti dai recenti scavi dell’antico borgo di San Genesio.

Al primo piano, la Sala, ora denominata “Sala delle Sette Virtù” è la più antica del Palazzo, dimora dei Dodici difensori del popolo agli inizi del Trecento, il luogo dove venivano prese le decisioni per la guida del libero Comune dopo la morte di Federico II. Gli affreschi con rappresentazioni sacre e civili furono realizzati tra la fine del Trecento e del Cinquecento grazie all’apporto delle più importanti famiglie della città.

Di rilievo, il suggestivo campionario di stemmi e insegne araldiche, risalenti al ‘400, apposti dai Vicari fiorentini e dalle nobili famiglie (secondo l’uso del tempo) e la Vergine che allatta il bambino circondata dalle Virtù teologali e cardinali, (che dà il nome alla sala) opera di Cenni di Francesco di Ser Cenni e che fu commissionata da un vicario appartenente alla famiglia fiorentina dei Guicciardini nel 1393.

Il settecentesco salone d’ingresso al primo piano del palazzo, adibito a Sala del Consiglio Comunale, fu affrescato e decorato in stile neogotico nel 1928 dal canonico Francesco Maria Galli Angelini con gli episodi salienti e personaggi della storia cittadina tra cui si ricordano:

  • il novelliere sanminiatese Franco Sacchetti, già podestà della città alla fine del Trecento, che scrisse proprio a San Miniato “Trecentonovelle”, in uno stile che ricalca il parlato vivace dei popolani e dei borghesi. Alcune novelle sono dedicate a San Miniato.
  • il Capitano barone Mangiadori, esperto cavaliere che, come è ricordato in una lapide nella via dedicata alla sua famiglia “col braccio e col consiglio potentemente cooperò alla vittoria di Campaldino ove combattè Dante”. La battaglia è citata nel “Purgatorio” (V 85-129).
  • il condottiero Francesco Sforza (San Miniato, 23.07.1401 – Milano, 08.03.1466), che fu duca di Milano, primo della dinastia degli Sforza.